OGNI PROMESSA E’ DEBITO … PUBBLICO

“ Andremo fino in fondo per completare tutte le linee, con tenacia e umiltà, insieme a tutti i fiorentini, che ci sostengono in questa grande impresa”. (D. Nardella)

Nei giorni successivi alle elezioni del 26 maggio sulla stampa locale è stato un susseguirsi di annunci tranviari: “La soluzione Nardella”, “Supertunnel in Piazza libertà”, con tifo degli articolisti per i guastatori : “All’epoca [del Poggi n.d.r.] cancellare mura medievali non era tabù” – si leggeva sul Corriere Fiorentino.

Lo scorso 10 giugno (giorno storicamente infausto per il nostro Paese) li si vedevano riuniti, sindaco, assessore, direttore tecnico, ufficio tramvie progettisti di Architecna, a fare il punto sui nuovi progetti.

Stando alle dichiarazioni del Sindaco, la T 3.2, lungo i viali verso Bagno a Ripoli, dovrebbe iniziare entro il 2020 ed essere terminata nel 2023, “con una serie di migliorie importanti che ci consentiranno di evitare il taglio degli alberi, mentre “La cosiddetta Variante S. Marco partirà entro la fine del 2019 e sarà terminata entro il 2021”.

La promessa di due tunnel stradali sotto le piazze Libertà e Beccaria rivela tutta l’improvvisazione e la modestia di questa Amministrazione, nonché l’uso pretestuoso dei moventi ambientali: se non si possono tagliare gli alberi e modificare gli allineamenti, allora si fanno gallerie e rampe per il traffico.

Quindi avevamo ragione noi, quando, inascoltati, mettevamo in guardia il ministro Toninelli dal finanziare un progetto sbagliato che ora, a nostre spese, si vorrebbe correggere di soppiatto. https://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/lettera-al-ministro-delle-infrastrutture/

Proprio per questo motivo, a più di quattro mesi da quella inaugurazione abbiamo inviato un’altra lettera al Ministro. 2-lettera-al-ministro-delle-infrastrutture/

Ed è sempre la richiesta di una moratoria per le future linee tranviarie che sta alla base di un messaggio che Italia Nostra ha recentemente indirizzato al Soprintendente Pessina, ponendogli domande riguardanti la tutela degli alberi e la legittimità dei progetti tranviari. lettera-di-italia-nostra-al-soprintendente-pessina-sulle-linee-tranviarie-di-firenze

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Continuano intanto ad essere confuse le posizioni delle opposizioni politiche (Verdi, Firenze città aperta, M5S) riguardo alle tramvie. A ridosso delle elezioni  abbiamo ascoltato imbarazzanti dichiarazioni della candidata sindaco della coalizione di sinistra e di protagonisti del mondo della cultura. Vedi nostro notiziario un-gray-new-deal-per-firenze

Sulla questione la sinistra è divisa o attraversata da profondi equivoci.

C’è chi vede nelle tramvie un modello di “antipianificazione” imposto alla città, con altissimi costi di costruzione e gestione e c’è chi, al contrario, ripropone tout court il passaggio della Linea 2 da piazza del Duomo.

Un equivoco è invece quello del cosiddetto “modello fiorentinocentrico” che starebbe alla base dei tracciati tranviari, solo geometricamente vero (tre linee che puntano su S,M, Novella), ma sostanzialmente infondato tenendo conto della marginalizzazione del capoluogo all’ origine del progetto tranviario. a favore di Scandicci.

Obbiettivo quest’ultimo conseguito da un gruppo di interesse interno al “partito” (oggi al vertice della Tram Firenze S.p.A.) collegando il comune contermine con la stazione centrale e rinviando sine die l’attraversamento del centro e il collegamento con l’insieme della città consolidata e con molte nuove centralità. Tutti traguardi questi che, se conseguiti allora, avrebbero potuto rallentare la fuga dei residenti e del lavoro dal nucleo antico.

Proprio il ruolo della tramvia nel decollo di una new town a sud ovest con il suo  distretto della moda e la saturazione dei vuoti tra l’abitato di Scandicci e quello di Casellina, svelano la natura sviluppista di queste costose infrastrutture.

Che produrranno, insieme alla valorizzazione immobiliare, la sparizione del territorio aperto lungo il percorso della Linea 4 (sulla direttrice Leopolda, Piagge e in fregio al Parco delle Cascine), della Linea 3.2 (a nord del proseguimento del viale Europa nel territorio di Bagno a Ripoli) e dei futuri prolungamenti della Linea 2 in direzione di Sesto F.no (lungo i terreni di proprietà Unipol nella Piana di Castello).

Una contraddizione, il sostegno a queste nuove linee, per una sinistra fiorentina che ha sempre combattuto il consumo di suolo e la speculazione immobiliare.

Soprattutto se contestualmente deve subire lo smacco di un deposito del tram nella futura piazza Alpi-Hrovatin alle Piagge, spazio per il quale si era spesa la omonima Comunità in un processo partecipativo organizzato dalla Regione Toscana.

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Un progetto attento all’ambiente, alla mobilità dei cittadini e alle relazioni tra i luoghi, non si sarebbe caratterizzato, come in questo caso, per una totale mancanza di integrazione con il sistema ferroviario e i suoi nodi, sul quale i servizi regionali, malgrado l’Accordo del 2011, vanno peggiorando e del quale si distrugge una tratta per far posto ad un tramvia. E non avrebbe ignorato la stazione di Rifredi, relegando quella di Campo di Marte all’ultimo posto, in termini temporali e funzionali, trascurando anche il sistema di stazioni e fermate di Sesto Fiorentino.

L’intero progetto appare animato da una logica privatistica e concorrenziale rispetto al già esistente sistema su ferro, piuttosto che da una volontà di integrazione e sinergia.


DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI LINEA 4

L’area del Visarno percorsa attualmente dal raccordo ferroviario tra l’Ippodromo e l’area delle ex Officine Ferroviarie, che presto sarà interessata da massicce edificazioni.

La linea ferroviaria tra il Canale Macinante e l’area di trasformazione della ex Manifattura Tabacchi

In giallo è individuata l’area del capolinea della T4, nei pressi della ex stazione Leopolda. Lì si creerà una situazione simile a quella di Piazza della Stazione/Unità: pali, fili e in più perdita di tutte le alberature, ancora una volta nel Centro storico.

2° LETTERA AL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE

All’ On. Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Dott. Danilo Toninelli

Via Nomentana 2    Roma

Oggetto: varianti ai progetti delle linee tranviarie di Firenze.

Signor Ministro,

nei quattro mesi trascorsi da quando lei intervenne presso l’Aeroporto di Firenze per inaugurare la Linea 2 della tramvia, insieme alle autorità locali e alla presenza del Presidente della Repubblica, sono accadute molte cose in città.

In coincidenza con la  campagna elettorale per l’elezione del Sindaco si è rafforzata l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di procedere con ulteriori linee tranviarie, malgrado i dubbi di una parte della cittadinanza ed alcune gravi criticità di quei progetti.

Il giorno successivo alla sua visita ad esempio, in apertura della Conferenza dei servizi nella quale si discuteva del progetto definitivo della Linea 3.2 lungo i viali di circonvallazione, il Soprintendente Andrea Pessina si è opposto allo spostamento dei filari di platani storici per far posto alla tramvia e alle corsie stradali laterali.

Successivamentei cittadini hanno dovuto apprendere dai giornaliche il Soprintendente si stava accordando con il Sindaco per realizzarein sostituzione due tunnel stradali sotto le piazze Libertà e Beccaria, due punti focali degli storici viali, rivelando platealmente, oltre ad una inammissibile improvvisazione, le gravissime insufficienze funzionali di quel progetto, dalle quali, con una lettera inviatale ai primi di febbraio, avevamo provato a metterla in guardia.

Lettera al Ministro delle Infrastrutture

Inutilmente purtroppo, visto che contestualmente il suo Ministero provvedeva a rinnovargli i finanziamenti.

Quel progetto però non è soltanto sbagliato dal punto di vista funzionale, tanto da doverci mettere mano con varianti di carattere sostanziale, è anche indeterminato e sostanzialmente occultato ai cittadini, nonostante il susseguirsi di annunci e promesse. E con esso è indeterminata tutta la rete che, step by step, a partire da un’unica concessione del 2005, la Società Tram di Firenze, sta realizzando in maniera del tutto opaca.

Così rampe e gallerie per il traffico veicolare sotto piazza della Libertà e i viali confluenti che dovrebbero “garantire” la funzionalità del nodo stradale, del tutto compromessa dal progetto tranviario in superficie, non interessano solo la Linea 3.2 e la sua futura diramazione verso Rovezzano, ma  modificano radicalmente anche il prolungamento della Linea 2 diretto a p.za S. Marco, nel centro storico, appunto per Lavagnini, Libertà e Matteotti, i cui lavori, si dice, dovrebbero iniziare tra sei mesi (rampe e gallerie incluse?).

Noi crediamo, Signor Ministro, che simili modifiche, ammesso e non concesso che si debba insistere con questo progetto, costituiscano una Variante sostanziale, tale da richiedere un nuovo unico progetto (della Linea 2 per S. Marco e della Linea 3.2), e una nuova Conferenza dei servizi. Inoltre, dato che il progetto approvato e finanziato si è rivelato tanto sbagliato da aver bisogno di una radicale variante, chi assicurerà e verificherà che stavolta funzioni ?

Su quei progetti si scommettono con colpevole leggerezza, non solo un monte dei nostri soldi, ma anche il futuro della città e la trasmissione alle generazioni future della storia e della bellezza della città appositamente tutelata .

Ugualmente indeterminata è la fattibilità dell’altro ramo della Linea 3 per Campo di Marte, Rovezzano, per il quale l’Amministrazione si prepara a chiedere finanziamenti e per il quale è previsto un problematico sottoattraversamento della ferrovia con un tunnel tranviario che, qualora si procedesse con l’altra inutile, sciagurata opera del Passante Sotterraneo TAV, ne incrocerebbe le due gallerie.

Data la posizione delle alberature, questi tunnel comportano il sacrificio di numerosi alberi, per salvare i quali, paradossalmente, si provvede a queste varianti.

Signor Ministro, le linee tranviarie e in generale i mezzi elettrici, sono considerati generalmente rispettosi dell’ambiente perché riducono il traffico e quindi eliminano le polveri sottili. Ma, a causa di errori strategici di questo progetto, e della disinvolta occupazione di gran parte delle viabilità primaria e dei principali nodi con sedi esclusive totalmente riservate e per l’alto numero di semafori, totalmente asserviti, questo è vero solo in parte.

Al traffico veicolare, che continuerà ad assicurare il 100% della mobilità delle merci e tra il 60 e 65% di quella delle persone, non viene assicurata una condizione migliore, al punto che, oltre le perdite di tempo dei cittadini e di efficienza della città, viene messo in forse anche l’obbiettivo ambientale.

Rampe e gallerie automobilistiche scavate in ambienti storici comporteranno infatti abbattimenti massivi di alberature, piazze trasformate in depositi di tram e terreni agricoli periurbani occupati da nuova urbanizzazione di servizio e indotta, con ampliamento dei perimetri di Centro Abitato, con una radicale alterazione dei valori immobiliari e ulteriore consumo di prezioso suolo naturale.

Pronti a fornirle dettagli aggiuntivi e/o incontrarla per ulteriori chiarimenti, restiamo in attesa di una sua cortese risposta.

In fede

Arch. Francesco Re

Arch. Paolo Celebre

per il Coordinamento ferma tramvie

BATTAGLIE LEGALI: ORDINE DEGLI ARCHITETTI VS ITALIA NOSTRA SULLA VARIANTE AL R.U.

L’Ordine degli Architetti, insieme a tutti gli ordini professionali, l’Ance di Confindustria e la Cna hanno deciso di ricorrere “ad opponendum” al Tar nei confronti di Italia Nostra, l’associazione che, con il suo ricorso allo stesso Tribunale, aveva ottenuto la sospensione della Variante al Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze grazie ad un’ordinanza del Consiglio di Stato. Al link sottostante, in un articolo firmato da Stefania Valbonesi per Stamp Toscana, potete trovare la risposta argomentata di Italia Nostra.

Mentre qui sotto trovate un commento dell’Ordine nella sua rassegna stampa.

https://www.architettifirenze.it/2019/05/27/21-27-maggio-2019/

Della vicenda della Variante al Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze, che introduceva la categoria di “ristrutturazione limitata”, ci eravamo occupati lo scorso anno.

In particolare nel botta e risposta tra l’Associazione Cittadini area fiorentina e l’assessore Bettarini si chiarisce l’interpretazione, a nostro parere ingannevole, che della sentenza della Cassazione (la quale obbligava il Comune ad adottare lo strumento più restrittivo previsto) aveva dato il Comune e da cui ha avuto origine il blocco urbanistico.

VARIANTE AL R.U : UNA RISPOSTA ALL’ ASSESSORE BETTARINI

URBANISTICA A LA CARTE

LETTERA DI ITALIA NOSTRA AL SOPRINTENDENTE PESSINA SULLE LINEE TRANVIARIE DI FIRENZE

Pubblichiamo e diffondiamo una lettera che la sezione di Firenze di Italia Nostra, accogliendo le sollecitazioni di quella parte di cittadinanza seriamente preoccupata per il proseguimento dei cantieri tranviari, ha inviato al Soprintendente Andrea Pessina.

Al Soprintendente MIBACT di Firenze Dott. Andrea Pessina

e  p.c. Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dott. Alberto Bonisoli

Firenze 14 giugno 2019

Oggetto: Alberature viali circondari del Poggi e lavori infrastrutturali rete tramviaria.

Il sottoscritto Prof. Leonardo Rombai in qualità di Presidente dell’Associazione ambientalista “Italia Nostra Firenze” desidera esporle e richiederle quanto segue.

Avendo apprezzato la sua ferma presa di posizione in difesa dei Viali del Poggi e delle loro alberature, assunta in occasione della Conferenza dei servizi del 12 febbraio (poi ribadita in una intervista al quotidiano La Nazione), vogliamo tuttavia qui rappresentarle le nostre più vive preoccupazioni per quanto apprendiamo dalla stampa, circa la progettazione della Linea tranviaria 3.2 lungo i Viali di Circonvallazione.

Il Sindaco Dario Nardella infatti ha recentemente affermato che “Stiamo lavorando insieme alla Soprintendenza su piazza Beccaria e piazza della Libertà per un interramento del traffico veicolare, come già abbiamo fatto alla Fortezza”.

Misure di questo genere, al di là del merito, costituiscono a nostro avviso una Variante sostanziale per la quale occorrerebbero un nuovo progetto e una nuova Conferenza dei servizi. Oltretutto sotto quelle due piazze vi sono estese camere ed impianti idraulici che rendono l’impresa di difficile realizzazione.

Non vorremmo insomma che, dopo aver impedito lo spostamento dei filari di platani del viale Matteotti, si pensasse adesso di scavare tunnel, questa volta sotto le piazza Beccaria e della Libertà, con discenderie che, similmente a quanto già avvenuto attorno alla Fortezza, interesserebbero pesantemente i Viali del Poggi,  giungendo peraltro all’abbattimento di numerose piante, a causa dell’inevitabile taglio delle radici.

Non si capisce nemmeno come si possa parlare dell’apertura dei cantieri per la V.A.C.S. (Variante al Centro Storico, cioè il prolungamento della Linea 2 per Lavagnini, Libertà, Cavour, S. Marco, La Pira, Lamarmora, Matteotti) se quello stesso progetto, in quanto strettamente connesso alla Linea 3.2 , sarebbe anch’esso oggetto di varianti.

Come se non bastasse, con l’attestamento della Linea 3.2 nel viale Don Minzoni, verrebbero condannate le relative alberature, che risulterebbero di intralcio anche alla realizzazione della tratta  per Campo di Marte – Rovezzano per la quale si prevede il sottopassaggio della linea ferroviaria.

Convinti che, come si afferma nel decreto di vincolo, il sistema dei viali di circonvallazione è un insieme paesaggistico e culturale unitario e sconcertati, come cittadini, dall’accavallarsi di annunci riguardanti un progetto che continua ad essere indeterminato,

        Le chiediamo pertanto:

  1. Come si conciliano questi nuovi scavi con il progetto definitivo della 3.2 presentato lo scorso dicembre, che anche lei ha esaminato ?
  • Come si conciliano i nuovi interventi con l’apertura a breve dei cantieri per la Variante per il Centro Storico della Linea 2 ?
  • La Conferenza dei servizi, aperta il 12 febbraio e continuata il 22, si è conclusa?
  • Non dovrebbero, questi due progetti essere esaminati come progetto unico in una nuova Conferenza dei servizi, anche  per evitare il ripetersi di un caso come quello della sistemazione di Piazza della Stazione, dove solo a cose fatte ci si è accorti dello scempio arrecato, con pali e catenarie, al contesto storico monumentale comprendente  l’abside di  S. Maria Novella e la Stazione del gruppo toscano ?
  • Il progetto  “Rete ecologica, sostenibilità arborea, sostituzione Patrimonio arboreo in fregio alla Cerchia dei Viali”, firmato dalla Direzione Ambiente del Comune di Firenze il 26.11.2018, al quale Lei ha dato parere favorevole, è compatibile con il progetto della Linea 3.2 lungo i viali ?
  • Lei non crede, Soprintendente Pessina, che l’abbattimento e la sostituzione di 145 piante in tempi brevi, lungo 5 Km dei Viali di circonvallazione e loro adiacenze, venga meno alla gradualità e alla prudenza indispensabili per un contesto come quello della zona dei Viali di circonvallazione ?

Chiedendole gentilmente una risposta in tempi rapidi, le invio i miei più distinti saluti.

Prof. Leonardo Rombai

IL CONSIGLIO DI STATO RIBALTA IL VERDETTO DEL COMUNE: ACCOLTI I RILIEVI DI ITALIA NOSTRA SULLA VARIANTE AL R.U. DEL COMUNE.

FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA !

Pubblichiamo e diffondiamo l’articolo di “Nove da Firenze” che ne ha dato notizia ieri. Qui sotto anche il testo dell’osservazione di Italia Nostra.

https://www.nove.firenze.it/stop-alla-variante-urbanistica.htm

Osservazione di Italia Nostra alla Variante al R.U. del Comune di Firenze

ALBERO MONUMENTALE O MONUMENTO ALL’INCURIA E AL “VANDALISMO IN CASA”?

Resti di olmo monumentale in piazza Vittorio Veneto

L’immagine dei resti di un olmo più che centenario che qui riproduciamo  sono state scattate in questi giorni in Piazza Vittorio Veneto nella porzione che immette nel Parco.

In base alla legislazione nazionale e regionale sugli alberi monumentali, recentemente precisata dalla legge 10/2013, nel Comune di Firenze sono stati censiti e inseriti nell’elenco degli alberi monumentali 12 esemplari e 6 di questi alberi risultano in spazi verdi pubblici e quindi affidati all’Amministrazione Comunale, come si può ricavare dalla pagina relativa del sito Verde on Web del Comune di Firenze.  Nonostante la genericità delle indicazioni riportate nelle schede (per esempio non è riportata l’indicazione del codice numerico che contraddistingue ogni alberatura urbana né il riferimento alla cartografia del verde urbano fiorentino, tuttora uno dei documenti più misteriosi e inaccessibili ai cittadini che volessero consultarlo) si può formulare l’ipotesi che ciò che rimane oggi di questo esemplare di olmo sia appunto l’olmo monumentale riportato al numero 6 nell’elenco degli alberi monumentali con questa descrizione:

 “ genere: Ulmus; specie: minor; localizzazione: Piazza Vittorio Veneto.Q1; altezza: 23 metri; circonferenza: 310 cm.; stato di conservazione : discreto; grado di visibilità: ottimo – spicca in altezza tra gli alberi dell’aiuola lungo i viali; caratteristiche: raro esempio di longevità dati i gravi problemi patologici del genere Ulmus. “ ( i dati sono ricavati da una visita al sito effettuata martedì 14 maggio 2019, nostri Il grassetto e la sottolineatura della parte finale della descrizione)

Con altre due foto, qui di seguito riportate e scattate nel maggio del 2015, documentiamo come 4 anni fa quest’albero presentasse ancora una chioma abbastanza folta ed estesa.

Questo stupendo monumento vegetale in assenza di cura e manutenzione oltre che di attenzioni minime e fondamentali che sarebbero state necessarie ad una pianta di questo valore è ormai da oltre un anno ridotto ad un lacerto, ad uno scheletro, ad un rudere ancora vivente.

Gli amministratori che hanno in custodia le alberature della città ci dovrebbero spiegare come è possibile che in un arco così breve di tempo una pianta dichiarata “monumentale” sia stata ridotta in queste condizioni.

La pianta oggi così ridotta acuisce la tristezza e il degrado che nonostante le promesse fatte in occasione  della realizzazione  della linea 1 della tranvia (pedonalizzazione e ripristino dell’ingresso al parco secondo il disegno del Poggi) suscita la piazza Vittorio Veneto, tagliata in due dalla trincea del viale interrato e ridotta su entrambi i lati a parcheggio di superficie a pagamento e a spazio per ogni  tipo di manifestazioni pseudo ricreative, festivaliere e commerciali.

Più che albero monumentale oggi i resti di questo olmo costituiscono il monumento all’incuria e alla barbarie di quelli che Antonio Cederna in un suo libro del 1956, ancora oggi attualissimo, parlando dei responsabili delle manomissioni e distruzioni dei beni culturali del nostro paese, definiva “vandali in casa”.

UN “GRAY NEW DEAL” PER FIRENZE ?

Una nostra amica, intellettuale fiorentina di rango, ci scrive: “Leggo su ‘Repubblica’ una lettera di dieci professori (a me ignoti) che sostengono la costruzione delle linee 3 e 4 della tramvia, tra le firme c’è quella di Tomaso Montanari. Nemmeno su di lui si può più contare per salvare questa povera città !!!”

La lettera agli aspiranti sindaci, intitolata “Mobilità. Ambiente, casa: così si progetta una nuova città”, pubblicata il 10 maggio, è firmata, oltre che da Montanari, da docenti e laureati di dipartimenti economici e giuridici che vivono a Firenze. Il documento si inserisce nell’ iniziativa “Un Green New Deal per l’Europa”, lanciata recentemente da DiEM25, movimento democratico transnazionale promosso da Varoufakis che indica in un’ economia decarbonizzata e circolare il perno di una rinascita economica e sociale europea. Declinato a livello locale ecco quindi “Un Green New Deal per Firenze”. Nel documento, che a noi ricorda il Piano strategico del 2001, insieme a invocazioni sulla sostenibilità ambientale e a discutibili proposte per le abitazioni, si chiede anche “la costruzione delle linee 3 e 4 della tramvia”, un “metrotreno” di superficie tra Campo di Marte e Rifredi (sic) e “una tramvia che colleghi la zona sud della città al Chianti”.

Lo scorso 13 aprile questo movimento ha lanciato a Firenze Antonella Bundu  quale candidata sindaca della sinistra (Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Possibile e MdP). La Bundu ha dichiarato che “ Tramvie e bus devono raggiungere i quartieri 2 e 3 collegandoli con il centro fino al Duomo, connettendo non solo i luoghi turistici ma tutte le località strategiche per il traffico dei pendolari”.

Secondo noi, come già aveva scritto qualcuno nell’Appello “Per salvare Firenze”, all’interno del “pacchetto Nardella 2019” non si possono fare distinguo. Accettarne una parte, le tramvie, rifiutando Foster, Tav, Aeroporto, Stadio, ecc. vuol dire appoggiarlo del tutto. Tanto più che il Sindaco uscente dichiara da tempo che sulla  questione del proseguimento delle tramvie si gioca il suo secondo mandato. Tanto che, chi non ne chieda l’immediata interruzione, rischia di trasformarsi, volente o nolente, in una lista di appoggio per la sua rielezione. Lo stesso vale, per inciso, anche per il M5S che parla di “compatibilità ambientale delle tranvie”.

Più sorprendente della cordiale Antonella Bundu è tuttavia la presenza fra i docenti di Tomaso Montanari, il quale, così puntuale, con la sua rubrica “Le pietre e il popolo” (su Il Fatto quotidiano), nel denunciare le colate di cemento che minacciano il Bel Paese, si dimostra quanto meno distratto verso quelle colate che, causa tramvie, si stanno spalmando sulla rete primaria della sua città e persino sulle pietre e i giardini del suo amato Centro storico.

Quest’ultimo e i Viali ci Circonvallazione non sono soltanto interessati da un vincolo paesaggistico ma anche da un vincolo culturale.Nel Codice dei Beni Culturali  i beni pubblici di valore storico [g) le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico – art. 10, c.1, 3] sono beni di interesse culturale a tutti gli effetti, dei quali va conservata l’integrità, il significato, la “riproduzione” nel tempo. A cominciare dalla dalle cortine verdi che fiancheggiano gli spazi concepiti da Giuseppe Poggi.

Dispiace che  un difensore attento e puntuale della tutela del patrimonio culturale qual’è Tomaso Montanari, affrontando questioni trasportistiche e infrastrutturali, delle quali non è un esperto, sostenga soluzioni impattanti, costose e mal progettate, quali le linee tranviarie sin qui realizzate.

Dimenticando quanto da lui più volte affermato e cioè che se si offendono le pietre si offende anche il popolo.

UN MONITO PER LA GIUNTA CHE VERRA’

L’ASSEMBLEA DI BELLARIVA BOCCIA IL PROGETTO DELLA TRAMVIA

L’assemblea che si è svolta a Bellariva per discutere del progetto della Linea 3.2 della tramvia è stata un successo del Comitato di Bellariva che ha interrotto la serie di lanci elettorali con i quali la Giunta Nardella intendeva trattare il tema. Circa 200 cittadini hanno potuto ascoltare il parere di tecnici ed esperti invitati, malgrado le indebite pressioni del Comune per condizionare l’ordine del giorno. Obbiettivo questo in parte conseguito, visto che la lunga esposizione del responsabile delle Nuove infrastrutture e Mobilità, Vincenzo TartaglIa, e di Davide Salvo, di Architecna, ha trasformato l’incontro in un contraddittorio con i tecnici invitati e con i cittadini. Per quanto confusa, l’assemblea è stata un’esperienza di democrazia e partecipazione dalla quale l’opera non esce certo promossa.

In un comunicato del 13 aprile inviato al Sindaco, il Comitato Bellariva, portavoce del Social Street Bellariva, afferma tra l’altro:

Il ponte che sfocerà in Via Minghetti così come descritto, sarà impattante e invasivo, tenendo conto anche delle scuole presenti

Non si ha la certezza del destino degli alberi esistenti nel percorso. Questo pare si possa capire solo in corso d’opera.

Non è vero che la tramvia NON avrà pali come precedentemente descritto in stampa su tutti i giornali. La tramvia prevederà percorsi con e senza pali. Quindi Giannotti non avrà i pali, Lungarno Colombo sì.

Social Street Bellariva

Al di là di specifiche richieste ci sono considerazioni più generali da fare.

Parallelamente ad una accelerazione poco lucida dei progetti tranviari si registra una diffusa disinformazione e scarsa partecipazione dei cittadini, costretti a rincorrere gli avvenimenti sulla più grande opera infrastrutturale dall’epoca dell’abbattimento delle mura.

Per far funzionare la Linea 3.2 è necessario prolungare la Linea 2 per S. Marco. Per questa saranno 85 i pali necessari alla rete aerea, proseguendo con lo scempio della Fortezza e della Stazione.

Se si guarda il preliminare per la Linea 4, si vede che una situazione analoga si creerà sul viale Fratelli Rosselli in corrispondenza dell’attuale fermata Porta al Prato-Leopolda. Un piazzale di manovra nel Centro storico che si aggiungerà a quello di S.M. Novella.

Gli alberi abbattuti lungo il percorso della Linea 3.2 saranno centinaia, portando ad un completo stravolgimento paesaggistico di un bene culturale – i Viali del Poggi – tutelati da un vincolo culturale e paesaggistico e all’abbattimento di altre alberate nella città consolidata.

Malgrado l'”occupazione” dell’assemblea da parte dei tecnici del Comune e di Architecna, dal dibattito sono emerse altre importanti criticità.

  • È inconsistente la principale motivazione della tramvia, la necessità dei 3.000 passeggeri/ora per senso di marcia (estendibili a i 6-8000 con questo tipo di sede dedicata): questi numeri si raggiungano solo con l’artificio di tagliare le linee bus e “scaricarle” sul tram.
  • Il traffico privato rimarrà comunque superiore al 60% e verrà fortemente (talvolta inutilmente) penalizzato su tutta la rete stradale primaria, sui principali nodi e su tutti gli incroci, con semafori “asserviti”.
  • Mentre molto minore sarà la capillarità del servizio, aumenteranno drasticamente gli interscambi anche scomodi, come in Piazza della Libertà.

Il capolinea della Linea 4 in adiacenza alla fermata Porta al Prato Leopolda sul viale Fratelli Rosselli.

Nuovo ponte stradale di fronte a via Minghetti (Bellariva) sul quale verrà dirottato il traffico che oggi utilizza il Ponte da Verrazzano, quasi totalmente occupato dalla tramvia. L’opera avrà un impatto rovinoso per le aree verdi sulle due sponde dell’Arno.

Trasformazione in terreni edificabili delle aree agricole lungo la via del Pian di Ripoli nella Variante al Piano strutturale del comune a sud est. Attorno alla linea tranviaria, si prevedono due ettari di parcheggio scambiatore, un deposito carrozze grande quanto lo stadio Franchi, servizi per il capolinea (area di scambio bus-tramvia). Un enorme consumo di suolo e la distruzione di una preziosa area agricola di margine sono effetti di cui tener conto valutando costi e benefici della Linea 3.2        Bath on the River

IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE, SUL TEMA TRAMVIE, SI ASSISTE AD UNA SOSTANZIALE DESISTENZA DELLE FORZE POLITICHE DELL’OPPOSIZIONE.

C’E’ DA CHIEDERSI QUANTI DI COLORO CHE HANNO ANIMATO LA MANIFESTAZIONE CONTRO LA NUOVA PISTA DELL’AEROPORTO DEL 30 MARZO SANNO CHE IL PROSEGUIMENTO DELLE TRAMVIE FA PARTE DELLA STESSA PARTITA, QUELLA DELLE GRANDI OPERE FIORENTINE, IN CUI SONO COMPRESI IL NUOVO STADIO, LA CITTADELLA VIOLA, OLTRE AL TUNNEL TAV E ALLA STAZIONE FOSTER.

DI TRAMVIA SE NE PARLA

Sul proseguimento dei progetti tranviari per il Centro storico (VACS T2) e per i viali del Poggi fino a Bagno a Ripoli (T3.2) si continua a discutere in città, anche animatamente. In questi giorni alcuni articoli su La Nazione e su due quotidiani on line hanno parlato di discussioni e di una lettera della quale ci eravamo fatti latori noi stessi due mesi fa.

LETTERA AL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE

Segnali da non sottovalutare per un’ Amministrazione che dà per realizzati quei prolungamenti tranviari, elevati a vessillo di un’agevole rielezione. Tanto più che i candidati dell’opposizione, compreso quello del centrodestra, parlano di alternative al tram e di valorizzare la ferrovia.

Campagna elettorale a parte, per decidere insieme su un tema di tale importanza occorre uscire dalle tifoserie e dalle assemblee orchestrate dall’alto, rimettendo in campo l’informazione, la competenza, il confronto organizzato e praticato dal basso.

https://www.stamptoscana.it/comitato-bellariva-incontro-con-il-sindaco-deludente-tradita-la-partecipazione

https://www.nove.firenze.it/tramvia-il-nuovo-ponte-in-arno-divide-bellariva-e-gavinana.htm